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domenica 23 marzo 2014

Boogie Woogie

Scendendo le scale che portavano alla saletta continuavo a ripetermi chi me lo avesse fatto fare. In fondo ho sempre odiato la musica alta, gli schiamazzi e la confusione...
 Poi, come un fulmine a ciel sereno, ecco il ricordo di Emma, la mia migliore amica amante della bambagia e delle feste, che la sera prima mi aveva pregato di venire, argomentando le sue suppliche e facendomi sentire in difetto;
" Non esci mai di casa!" mi aveva detto, " Inizierai a fare la muffa su quella macchina da scrivere!" aveva continuato ed io, forse per accontentarla, avevo deciso di venire. Ed ora eccomi li, seduta a quel tavolino di legno duro ed immobile, un po'come me. La sigaretta vicino a me si dissolve piano ed un fumo denso danza a ritmo di musica come tutti quelli intorno a me. Volteggiano, saltano, le donne fanno ruotare le gonne che si alzano e mostrano calze scure. Tutti ridono ed ogni tanto qualcuno da un calcio al mio tavolo, spezzando la dolce danza del fumo acre della sigaretta, ormai ridotta a poco più di un mozzicone e facendo tremare il mio bicchiere, che mi vedo costretta a tenere con una mano. Il recipiente e' di un vetro spesso e un po' graffiato e racchiude l'ambrosia delle persone annoiate: la birra. La sorseggio e sento il gusto amaro che rispecchia il mio stato d'animo; guardo dentro al bicchiere. Bollicine. Frizzanti e scoppiettanti, come questo Boogie Woogie. E solo allora mi rendo conto che la mia vita è come una birra senza bollicine: amara e ferma, quasi stagnante. Appoggio la testa su una mano, ho paura che la nuca possa appesantirsi e cadere per i troppi pensieri. Non sento più la musica, riesco solo ad ascoltare il mio sproloquio interno. Sono annoiata? Si, molto, ma sopratutto sono sola. Sono sola nel mezzo di una folla di ballerini sudati. Interagiscono tutti... o cosi sembra. Un altro calcio mi riporta nell'angusta saletta e i miei pensieri svaniscono non appena noto un ragazzo dietro di me. sembra essere sulla ventina, come me. ha i capelli tra il chiaro e lo scuro, di un colore non ben definito; la camicia a scacchi non sembra essere indossata, ma solo appoggiata sulle spalle. E'solo, come me. Osserva con desiderio gli altri ballare, ma nel contempo sembra essere a disagio e fuori posto. Nel frattempo la birra è finita ed io non credo di voler sopportare un'altra canzone, così decido di andarmene. Emma non si accorgerebbe comunque della mia assenza, visto sembra non voler notare la mia presenza. E' molto occupata a ballare con un ragazzo vicino alle scale... Lascio qualche monetina sul tavolo per pagare la birra e mi alzo, la mia gonna mi sfiora le ginocchia e le scarpe seguono la volontà dei piedi che si muovono verso le scale. Voglio andare a casa, scrivere a macchina una lettera che non invierò mai a nessuno e poi andare a dormire. Quando sto per uscire sento un tocco sulla spalla; mi volto un po' irritata e vedo davanti a me il ragazzo con la camicia a quadri. Ha un sorriso impacciato e dopo qualche istante sputa fuori in un solo fiato:<< Salve signorina vorrebbe ballare?>>. Mi fermo. Sto per rifiutare, quando ripenso alla birra, alle bollicine e alla stagnante monotonia della mia vita. Penso. O forse no, magari non sto riflettendo, ma mi sto solo gettando tra le braccia dell'impulso. Accetto. Iniziamo a ballare... Non è poi così male, tranne forse per i continui urti con gli altri e qualche gocciolina perlata di sudore. La canzone finisce e chiedo al ragazzo il suo nome... Me lo rivela ed io gli svelo il mio. Iniziamo a parlare ed io mi dimentico di dovermene andare. Dopo ore che a me sembrano minuti la musica muore e l'aria è ora satura di saluti e rumori di passi incerti. Devo salutare il mio nuovo amico. Prima però gli dico:<< Sai, ho sempre odiato i posti come questi, ma stasera è stato divertente ballare con te>> Lui mi fissa e poi mi risponde:<< Già, anche io, ma stasera un mio amico mi ha trascinato qua... Si può dire che ne sia valsa la pena>>. Non so se io creda all'astrattezza del fato, ma le coincidenze sono reali! Ci salutiamo e ci scambiamo gli indirizzi. Forse, stasera, la mia solita lettera avrà un destinatario diverso dal cestino della carta straccia.

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